
LA NOSTRA FILOSOFIA
Che cos’è l’architettura?
Ne parliamo in una chiacchierata con l’Architetto Matteo Esposito.


Sul significato del termine “fare architettura” si potrebbero aprire interminabili discussioni, tante quanti sono i diversi approcci di ciascun professionista. Ma qual è la risposta dell’Architetto Esposito?
È una risposta complessa, perché Architettura vuol dire tante cose. Se però dovessi scegliere le più importanti direi che un’opera di architettura è sempre e prima di tutto una soluzione ad una necessità reale. Questa necessità poi può essere di tanti tipi: estetica, funzionale, pratica. Il lavoro dell’architetto è sempre quello di capirla, ascoltando e ponendo le domande giuste: solo a quel punto può mettere la propria competenza tecnica al servizio dei bisogni reali del committente.

Una risposta molto concreta. Quindi l’architettura secondo lei è essenzialmente una questione pratica?
“Essenzialmente” forse è troppo, ma senza dubbio l’architettura è anche una questione pratica. Pensi a hotel, locali, centri direzionali: sono tutti progetti che prima di tutto sono investimenti di denaro. Gli investimenti hanno tempistiche rigide, e per affrontarli con serenità bisogna mantenerle. Per far questo uno studio di Architettura deve conoscere approfonditamente la realtà pratica dei lavori e saper organizzare i tanti attori di un progetto: così è possibile assicurare che tappe e scadenze siano rispettate.

Gestione dei tempi che significa anche gestione dei costi, quindi?
Assolutamente. Gli aneddoti sui costi che lievitano senza controllo durante la realizzazione di un progetto si sprecano, e purtroppo evidenziano un problema che si deve invece combattere attivamente. Un capitolato preciso è un patto con il committente: la soglia che si stabilisce in quella sede è un vincolo che deve essere mantenuto senza se e senza ma. È un fatto di serietà.

C’è un forte aspetto etico, quindi, nel lavoro di uno studio di architettura.
Potrei dirle che quello etico è uno degli aspetti fondamentali, e non soltanto per quanto abbiamo detto finora. Pensi a quante persone sono coinvolte in un progetto architettonico: tutte a titolo e con compiti differenti, ma tutte essenziali per conseguire il risultato finale. Tutte quindi hanno diritto all’identica dignità e allo stesso rispetto. Prendere scorciatoie che compromettano questo punto è inaccettabile.

E come si fa a garantire il rispetto di tutti questi punti, questi vincoli così importanti?
Nella pratica, è fondamentale coniugare certi aspetti organizzativi. Prima di tutto la stabilità: per esempi lavorare con strumentazione propria, non noleggiata o affittata, per poter garantire sempre ai clienti la disponibilità delle attrezzature necessarie. Allo stesso modo, la squadra: è vitale costruire un gruppo davvero affiatato. Tutti così possono portare un elemento personale di creatività, che è importante, perché il lavoro collettivo è sempre fertile.